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lunedì 16 novembre 2009

Disabile accusa Ing Direct




Mi scuso innanzitutto per il silenzio di queste settimane determinato da problemi di natura ... tecnica.
Essendo molto sensibile a certi problemi, volevo citare l'articolo di un disabile al quale ING Direct ha negato l'apertura del conto corrente. Se è così, è davvero scandaloso.

http://vincenza63.wordpress.com/2009/11/15/conto-arancio-ing-direct-jaccuse/


Qui di seguito l'incipit della lettera, che potrete trovare completa al link sopra citato

"No! Questa volta non sarò umiliata, non dirò: ‘Ok, arrivederci.’ come se niente fosse successo! IO ACCUSO LA CONTO ARANCIO – ING DIRECT DI AVERMI NEGATO UN DIRITTO ELEMENTARE per qualsiasi altro cittadino: aprire un conto corrente online, DISCRIMINANDOMI IN QUANTO DISABILE impossibilitata alla firma (come da fotocopia del mio documento in loro possesso dal 31/10/2009) e da contratto da me accettato nella stessa data e stipulato con la sig.ra .... (continua)"

lunedì 12 ottobre 2009

Emissioni obbligazionarie: Campari rompe il ghiaccio



Campari, il celebre gruppo milanese operante nel settore delle bevande alcooliche, è la prima impresa italiana medio-grande a lanciare un bond pubblico (riservato ad investitori istituzionali) per far fronte alla riduzione del credito bancario. A sentire i pareri degli addetti ai lavori, potrebbe addirittura essere la capofila di una tendenza che si affermerà sempre di più sul mercato obbligazionario. Infatti, era dai tempi dei crack Cirio, Parmalat e Giacomelli che le imprese italiane non ricorrevano più a questo tipo di strumento.


In particolare, nell’operazione di finanziamento, Campari è riuscita a collocare sul mercato un bond di durata settennale per un ammontare di 350 milioni di euro ad un tasso di interesse lordo del 5,475%. In realtà, l’idea iniziale era di un rifinanziamento di 300 milioni, ma l’elevatissima domanda (si parla di 2,7 miliardi di euro messi sul piatto dagli investitori istituzionali) ha spinto il gruppo ad aumentare l’offerta, consentendogli allo stesso tempo una riduzione del tasso.


Ma il successo di Campari, senza nulla togliere ai meriti del gruppo, non deve trarre in inganno. I mercati infatti sono carichi di liquidità, immessa a costo bassissimo dalla Bce, e gli investitori istituzionali hanno ripreso a investire massicciamente, contribuendo a quello che potrebbe essere l’inizio di una nuova bolla speculativa.

giovedì 1 ottobre 2009

Banche: sembra tornare il sereno



Tra gli addetti ai lavori ha destato molta sorpresa il fatto che il finanziamento offerto ieri dalla Bce abbia suscitato un interesse limitato da parte degli istituti bancari della zona euro. Si sarebbe dovuto trattare di una forte immissione di liquidità sul mercato, per scongiurare definitivamente la possibile carenza di liquidità delle imprese del vecchio continente.

L’offerta della Bce era peraltro molto invitante: si trattava di un’operazione di rifinanziamento ad un anno e ad un tasso fisso molto basso: l’1%. All’asta hanno partecipato solo 589 banche che hanno richiesto in prestito 75,2 miliardi di euro; una sottoscrizione molto inferiore sia rispetto alle previsioni (si parlava di 130miliardi di euro) sia all’asta di giugno, nella quale vennero collocati sul mercato 442 miliardi di euro per 1.121 banche beneficiarie.

I risultati dell’operazione hanno dunque spinto gli analisti a dichiarazioni ottimistiche: secondo gli addetti ai lavori, infatti, una così bassa richiesta di liquidità è il palese sintomo di una ripresa verso la quale ci si sta sempre più rapidamente muovendo e della situazione tranquilla che stanno vivendo le banche europee sul fronte della liquidità. Ciononostante, il Fmi (fondo monetario internazionale) invita alla cautela per i mesi a venire.
Una riprova della correttezza o meno delle previsioni degli analisti si avrà il prossimo dicembre, quando la Bce organizzerà una nuova operazione di rifinanziamento a un anno.

mercoledì 30 settembre 2009

La speculazione porta i BTP sotto il 2%.



l rendimento dei Btp triennali scende ancora e si afferma su un tasso inferiore al 2%, l’1,91% per la precisione; un livello così basso non si vedeva dal 2005. Ciononostante, all’asta promossa ieri dal Ministero dell’Economia, si è registrata una richiesta fortissima. Identica sorte è toccata ai Btp decennali, che attualmente hanno un tasso lordo del 4,06%, ed ai CTz collocati sul mercato ad appena l’1,4%. Una situazione del genere sembrerebbe apparentemente inspiegabile: sul mercato vanno letteralmente a ruba titoli dai rendimenti che, se non si assestano sui minimi storici, comunque vi si avvicinano.

La risposta a questo strano fenomeno sta nella pratica del “carry trade”: si tratta di una operazione speculativa, molto diffusa nell’ambito della finanza internazionale, consistente nel finanziarsi a tassi di interesse molto bassi per poi investire su strumenti con rendimenti maggiori in modo da ripagare il debito a scadenza guadagnando comunque sulla differenza.

Terreno fertile per questo genere di operazioni, gli investitori lo troveranno proprio oggi quando la Bce effettuerà una operazione di finanziamento ad un anno, immettendo sul mercato liquidità al tasso fisso dell’1%. Ecco spiegato come mai titoli di stato con rendimenti molto bassi abbiano comunque una elevata richiesta. A ciò si aggiunga che, secondo gli analisti di mercato, tra i titoli più richiesti dagli investitori per questo genere di operazioni, vi siano proprio i BTp italiani.

Altre informazioni sull'argomento: http://it.biz.yahoo.com/29092009/92/titoli-rendimento-dei-btp-triennali-scende-2-in-lieve-rialzo.html

martedì 29 settembre 2009

La crisi colpisce anche i sultani



I fondi sovrani dei paesi che si affacciano sul Golfo Persico non stanno vivendo, per usare un eufemismo, un periodo roseo: solo un’iniezione di capitale fresco proveniente dal mercato petrolifero ha evitato un vero e proprio tracollo.

Un rapporto dell’Uncdat (la Conferenza sul commercio e sullo sviluppo dell'Onu) ha evidenziato come, a causa della crisi finanziaria, i fondi sovrani di Arabia Saudita, Kuwait, Qatar ed Abu Dhabi abbiano perso oltre 350 miliardi di dollari di assets.

La situazione più grave riguarda Istithmar World, il fondo sovrano di Dubai. Dopo un decennio di investimenti proficui, principalmente in attività legate al lusso, Istithmar sta valutando la vendita delle attività meno redditizie, se non la cessione dell’intero fondo. A fare le spese per primi di questa situazione negativa sono stati alcuni dei più alti dirigenti del fondo che ne sono stati allontanati.

Altre info sull'argomento: http://www.affaritaliani.it/Rubriche/texcolumn/bacchettate_fondi_sovrani140909.html

Intesa Sanpaolo cede ancora: è il turno di Banca Fideuram






Continua la trattativa di Exor con Intesa Sanpaolo per l’acquisizione di Banca Fidearum.

Exor, nata dalla fusione di IFI ed IFIL, è una delle principali società d’investimento europee, è il principale azionista del Gruppo Fiat ed è controllata dalla famiglia Agnelli. Fidearum, oltre ad essere una vera e propria banca, è anche una rete di promotori. È stato Gianluigi Gabetti, presidente onorario di Exor, a far capire che i giochi non sono chiusi e, anzi, resta vivo l’interesse per l’acquisizione dell’istituto di credito.

I principali nodi da sciogliere, prima del possibile acquisto da parte di Exor, sono due: il primo riguarda il parere che Banca d’Italia dovrà dare sul possibile passaggio di proprietà di Fidearum; il secondo è ovviamente relativo al prezzo che verrà richiesto da Intesa Sanpaolo.

Da questa trattativa emergono le situazioni differenti in cui si trovano i due interlocutori: mentre Exor sta completando un filone di investimenti (soprattutto all’estero) avviato già da diversi anni, per Intesa Sanpaolo si tratterebbe di un’ulteriore cessione, dopo quella di molti sportelli ad altre banche concorrenti e quella del 25% di Findomestic a Bnp Paribas.

giovedì 24 settembre 2009

Boom dei corporate bond, ma non tutti ne possono approfittare



Nelle ultime due settimane si è registrato un vero e proprio boom delle emissioni di bond societari e bancari europei. Grande il successo rilevato anche nelle sottoscrizioni; gli investitori hanno infatti risposto con entusiasmo a tali iniziative, sottoscrivendo i titoli in tempi brevi se non brevissimi. Un fenomeno del genere è spiegabile con la convenienza di entrambe le parti: da un lato, gli emittenti hanno sfruttato l’occasione, rifinanziandosi a tassi molto più convenienti rispetto a quelli di qualche mese fa; dall’altro, i sottoscrittori sono riusciti ad ottenere rendimenti molto interessanti.

Un esempio emblematico di questo periodo, particolarmente roseo per i titoli societari, è il caso Fiat. Il gruppo torinese ha recentemente collocato sul mercato 1,25 miliardi di bond con duration e rendimento molto convenienti per l’emittente (una condizione diametralmente opposta a quella verificatesi a fine luglio quando vi fu un’altra consistente emissione di bond Fiat).

Non tutti gli interessati, però, hanno potuto sfruttare questo momento positivo del mercato; il pubblico retail è infatti rimasto quasi sempre fuori dalla partita. La maggior parte dei bond emessi in questo periodo è infatti priva del prospetto informativo della Consob e può essere acquistata solo da banche o dai grandi fondi d’investimento (in virtù della legge sul risparmio del 2006). Con tale norma si è introdotta la responsabilità delle banche, in solido con l’emittente in caso di default, se l’istituto rivende ad un privato un bond emesso senza prospetto prima che sia trascorso almeno un anno dalla data del primo collocamento. L’obiettivo della legge, (varata sulla scia del caso Parmalat) era la tutela dei consumatori, ma di fatto negli ultimi tempi non ha fatto altro che penalizzarli.

mercoledì 23 settembre 2009

Ubi attacca Ing direct


Sinceramente non credevo che ci fosse una rivalità tanto forte fra due banche così diverse, ma la nuova comunicazione di Ubi Banca (sui punti vendita) non lascia dubbi: "Vorremmo essere la banca che avete in testa, non nella zucca". Il riferimento a Conto Arancio è immediato. Si gioca sul fatto che "zucca" è spesso sinonimo di "testa dura", termine certamente non lusighiero nei confronti dei clienti. Vediamo ora come contrattaccherà la corazzata olandese ...

martedì 22 settembre 2009

Le banche italiane rafforzano il proprio patrimonio



Tra le operazioni già ultimate c’è quella della Banca Popolare di Milano: tramite la sottoscrizione di 500 milioni di Tremonti Bond, ha attuato un consistente rafforzamento patrimoniale. Ciò consentirà a Bpm di mettere a disposizione delle piccole e medie imprese impieghi incrementali del 7% annuo, nell’arco dei prossimi 3 anni.


Tra le banche che invece si apprestano a varare un aumento della propria capitalizzazione c’è Unicredit. Oggi l’a.d. Alessandro Profumo sottoporrà all’esame del comitato strategico della banca tre alternative per attuare l’operazione: sottoscrizione dei Tremonti Bond, piano di cessione degli assets o aumento di capitale.


Anche Banca Carige si appresta a rafforzare i propri ratio patrimoniali; ieri il consiglio di amministrazione ha demandato ad una prossima assemblea straordinaria la facoltà di emettere, in uno o più tempi, un ammontare massimo di 400 milioni di euro di bond convertibili

giovedì 17 settembre 2009

Intesa ed Unicredit smobilitano: cedono Sia-Ssb per 400 milioni

























È quasi fatta oramai per la cessione di Sia-Ssb, la società che si occupa dei sistemi di pagamento della banche italiane. Il cda della società è stato convocato per il 25 settembre; oggi invece si riuniranno le banche azioniste (tra cui Intesa Sanpaolo ed Unicredit) per decidere sulle offerte avanzate. I due contendenti sono il gruppo francese Atos ed il private equity Bridgepoint.

La cessione di Sia-Ssb rientra in una più ampia strategia da parte di Intesa ed Unicredit che dai piani di cessione si attendono importanti iniezioni di capitale per rafforzare la propria situazione patrimoniale. Proprio in questo senso devono leggersi le trattative di Intesa Sanpaolo con Exor per la cessione di Banca Fidearum, ma in questo caso i tempi per la conclusione saranno certamente più lunghi.

Tornando all’operazione di cessione di Sia-Ssb, il valore della transazione avrebbe dovuto essere, al momento di avvio della trattativa (circa un anno fa), 600 milioni di euro. Attualmente invece si dovrebbe chiudere per circa 400 milioni di euro, assicurando alle due principali banche azioniste, un guadagno di circa 100 milioni a testa. Resta ancora da risolvere la questione relativa alla durata del futuro contratto in esclusiva con le banche italiane; si parla, secondo indiscrezioni, di un intervallo variabile tra i tre e i cinque anni.

Altri riferimenti sull'argomento all'indirizzo: http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200909170852061791&chkAgenzie=PMFNW

mercoledì 16 settembre 2009

Barclays nei guai: 5 miliardi di guadagni indebiti
















L’accusa è di quelle pesanti: Barclays avrebbe beneficiato di un guadagno indebito per oltre 5 miliardi di dollari ottenuto dall’acquisto di obbligazioni Lehman Brothers. La contestazione è stata rivolta da Alvarez&Marsal (liquidatore del colosso bancario americano) al Tribunale di New York, affinchè vengano riviste le condizioni di vendita dei titoli su cui Barclays avrebbe speculato nel mese di settembre dello scorso anno.

In particolare, Alvarez&Marsal accusa Barclays di aver rappresentato in maniera volutamente distorta la compravendita. Il valore dei titoli in questione era circa 50 miliardi di dollari; essi sarebbero stati venduti da Lehman Brothers a Barclays per 45 miliardi cash e avrebbero dovuto essere riacquistati entro una certa data. L’operazione è stata però modificata, decidendo di lasciare quei titoli nelle mani della banca inglese e accordandogli così un plusvalore occultato di 5 miliardi di dollari.

In base a questa contestazione, il liquidatore di Lehman Borthers conta di riavere indietro da Barclays il guadagno indebito; l’udienza per decidere se accogliere o meno la richiesta è stata fissata per il prossimo 15 ottobre.

Altri articoli sull'argomento: http://www.soldionline.it/notizie/mercati-esteri/lehman-brothers-alvarez-marsal-contro-barclays

martedì 15 settembre 2009

Crack Lehman Brothers: ecco chi sono le italiane creditrici



È fissata al 22 settembre la scadenza, imposta dall’amministratore delegato di Lehman Brothers Holdings (Lbhi), per la registrazione dei crediti sui contratti derivati stipulati con la banca americana. Entro tale data i titolari dovranno dichiarare ufficialmente la loro posizione verso Lehman Brothers rendendo noto l’ammontare delle loro rivendicazioni.

In testa alla classifica delle imprese e delle banche italiane che si trovano in posizione creditoria c’è Intesa Sanpaolo con oltre 81 milioni di euro di esposizione, seguono altre grandi aziende: Seat Pagine Gialle (12 milioni), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (2,5 milioni), Banca Valsabbina (1,5 milioni), Rai e Finmeccanica (circa 500 mila euro).

Nell’elenco dei creditori di Lehman Brothers ci sono comunque anche enti locali, la cassa depositi e prestiti ed il ministero dell’Economia. Quest’ultimo risultava essere titolare di contratti swap per un valore di 35 miliardi di euro, ma, secondo fonti dicasteriali, la loro valutazione un anno fa aveva fatto emergere una posizione debitoria pari a circa 2 miliardi di euro.

È comunque importante sottolineare come le varie posizioni sui derivati costituiscano solo una parte dell’esposizione delle imprese italiane verso Lehman Brothers: è infatti fissata per il 2 novembre la scadenza per la registrazione delle posizioni creditorie sulle obbligazioni della banca americana.

Vuoi altre informazioni sull'argomento? http://www.soldionline.it/notizie/mercati-esteri/lehman-brothers-un-anno-dopo-il-crack

venerdì 11 settembre 2009

Enel si rifinanzia per 6,57 miliardi di euro






















Anche Enel sfrutta l’ottimo momento dei corporate bond e colloca sul mercato 6,57 miliardi di euro di obbligazioni in quattro tranche complessive: due in valuta euro ed i restanti in sterline. L’operazione in sterline segnato un record sulla piazza inglese, come la più importante conclusa sul mercato di Londra. Le scadenze stabilite per i bond del gruppo energetico sono variabili e vanno dai 7 ai 31 anni; anche i rendimenti (tutti a tasso fisso) sono differenziati e vanno dal 4% al 5,75% a seconda della duration del titolo.
Il buon momento del mercato delle obbligazioni corporate ha inoltre consentito a Enel di aumentare ulteriormente l’offerta di bond al mercato; inizialmente erano infatti previsto un tetto massimo di 5 miliardi di euro, poi, sulla spinta delle elevate richieste registrate, si è deciso di arrotondare al rialzo fino ad arrivare a 6,57 miliardi di euro.
Un risultato del genere ha spinto a dichiarazioni ottimistiche l’Amministratore Delegato (e Direttore Generale) di Enel Fulvio Conti, il quale ha sottolineato come gli investitori di tutto il mondo abbiano particolarmente apprezzato i risultati positivi ottenuti dalla compagnia energetica, nonché il suo rafforzamento finanziario e la crescita internazionale.

Altri articoli a riguardo:
http://finanza.lastampa.it/notizie/0,366668/Enel_bond_da_6_5_miliardi_di_euro.aspx

giovedì 10 settembre 2009

Assicurazioni Generali si rifinanzia in 2 ore!

Generali ha reso noto ieri di aver concluso un’operazione di rifinanziamento del debito in scadenza nel 2010 in sole due ore. La compagnia triestina è stata in grado di rifinanziarsi di ben 1,75 miliardi di euro grazie ad un’emissione senior sul mercato internazionale destinata esclusivamente a investitori istituzionali. Questi ultimi hanno apprezzato particolarmente il tasso fisso e la durata quindicennale del prestito.
Il leone di Trieste ha potuto approfittare delle condizioni positive del mercato e dell’ottimo rating strappato dalle agenzie Fitch e Standard&Poors (A+) nonché dalla Moody’s (A1). Apprezzata dagli investitori istituzionali è stata, oltre che la lunga duration dei bond (generalmente tali titoli hanno vita media di 10 anni), la possibilità di impiegare liquidità a lungo termine, sfuggendo alle cedole sempre più basse pagate dai titoli di stato in questo periodo.
Tali condizioni favorevoli hanno consentito a Generali di contenere in maniera significativa l’onere complessivo di finanziamento (si parla di 130 punti base oltre il tasso midswap (3,94%)) specie rispetto ad altri gruppi del settore bancario-assicurativo che avevano emesso bond per investitori istituzionali pochi mesi fa.

Un altro articolo sull'argomento: http://www.finanza.com/dettaglionotizia.asp?ActionNum=267522&Tipo=N

Buy-back di Santander: un flop



Si è conclusa con un rifiuto di massa la maxi offerta del Banco di Santander relativa al buy-back di Abs (asset backed securities) del valore nominale pari a 16,5 miliardi di euro; hanno risposto positivamente all’appello solo il 3,6% degli aventi diritto.
L’operazione avrebbe avuto come obiettivo quello di rafforzare la struttura dei mezzi propri, nonchè quello di incassare una interessante plusvalenza (si parla di circa un miliardo di euro), sfruttando le condizioni di debolezza del mercato.Secondo gli analisti il buy-back di Santander sarebbe fallito per i termini dell’operazione non particolarmente allettanti e per un timing sbagliato, soprattutto in una ipotesi di mercato in continua evoluzione e con prospettive di miglioramento. Di questi tempi, infatti, prodotti come gli Abs sono addirittura ricercati sui mercati, mentre fino a pochi mesi fa erano poco considerati, se non addirittura messi all’indice.

mercoledì 9 settembre 2009

2,45 milioni di sterline di multa a Barclays


La notizia è di quelle che susciteranno scalpore tra gli addetti ai lavori: il colosso inglese Barclays, uno dei maggiori istituti bancari del mondo, sarà multato da parte della Fsa (Financial services authority) per un vero e proprio “buco” informativo relativo alle proprie transazioni finanziarie.
La Fsa, la Consob anglosassone, ha ravvisato alcune gravi irregolarità nel transaction reporting della Barclays, ovvero nella comunicazione da parte della banca alle autorità di controllo delle transazioni effettuate. Tale strumento, che permette di individuare le transazioni illecite avvenute al di fuori delle Borse, è stato introdotto in Gran Bretagna già da diversi anni, mentre è in vigore a livello europeo a partire dal 2007 con l’approvazione del Mifid. Esso consente agli istituti bancari di eseguire gli ordini dei clienti in proprio o utilizzando sistemi di negoziazione alternativi, oltre che ovviamente nei mercati regolamentari.
In particolare, le più gravi irregolarità compiute da Barclays sarebbero relative a 5,8 milioni di transazioni azionarie comunicate con dati contenenti errori e 24,6 milioni di operazioni con data errata. La sanzione per la banca ammonterebbe a 3,5 milioni di sterline, ridotte poi a 2,45 milioni per la collaborazione del gruppo bancario durante le fasi di istruttoria.

martedì 8 settembre 2009

Le offerte aggiornate su conti deposito e liquidità delle principali banche italiane


Qui sotto (oppure clicca sull'immagine qui sopra) le offerte su conti deposito e liquidità delle principali banche italiane

Come leggere le righe: BANCA_STRUMENTO_TASSO NETTO (in grassetto)_CARATTERISTICHE

A REGIME
Santander_Conto Santander_1,83%_Tasso lordo 2,5%

Banca Ifis_Rendimax_1,81%_Tasso lordo2,48% (cap. trim.)

Pop. Vicenza_Semprepiùrendimento_1,28%_Tasso lordo 1,75%

Ing Direct_Conto Arancio_1,10%_Tasso lordo 1,5%

Sparkasse_Conto Extra_1,10%_Tasso lordo 1,5% fino a 100mila€

Banca Carige_ContoConto_1,10%_Tasso lordo 1,5%

Iw Bank_Iw Power deposito_0,73%_Tasso lordo 1% (Bce)

Banca Sella_Websella.it_0,73%_Tasso lordo 1%

Banca Micos_CheBanca!_ 0,73%_Tasso lordo 1%

Webank_Conto@me_0,66% Tasso lordo 0,9%

Fineco_Conto Fineco_0,55%_Tasso Bce -0,25% sopra 2mila €

Montepaschi_Depositoonline_0,08%_Taso lordo Euribor 3 mesi -0,7%


PROMOZIONALE

Ing Direct_Conto Arancio_2,56%_Tasso lordo 3,5% per i primi 6mesi

Ibl Banca_Contosulbl_2,56%_Tasso lordo 3,5% fino al 31/12

Banca Carige_ContoConto_2,56%_Tasso lordo 3,5% per i primi 6mesi

Montepaschi_Depositoonline_2,34%_Euribor 3 mesi +2,4% fino al 31/12

Pop. Vicenza_Semprepiùrendimento_2,19%_Tasso lordo 3% per 6 mesi

Sparkasse_Conto Extra_1,46%_Tasso lordo 2% per i primi 60gg


CAPITALE VINCOLATO

Banca Ifis_Rendimax vincolato_2,37%_Tasso lordo 3,25% a 12 mesi; da 2,65% a 3,10% per 1-9mesi

Santander_Time Deposit_2,19%_3% lordo a 12 mesi (2,75% 6 mesi)

Banca Micos_CheBanca!_1,83%_Tasso lordo anticipato 2,5% per 12 mesi (2% a 6mesi e 1,5% a 3mesi)

Banca Sella_Deposito websella.it_1,83%_Tasso lordo 2,5% per 12mesi (2% a 6mesi e 1,5% a 3mesi)

Fineco_Fineco Supersave_1,66%_Tasso lordo 1,5%fino a 50mila€, 1,9% oltre per 12mesi

UniCredit_MoneyBox_1,60%_Tasso netto 1,6% a partire da 5mila €, da 0,5% a 1,4% da 2 a 6 mesi

Ing Direct_Arancio+_1,46%_Tasso lordo 1,8%-2% per 9mesi

Iw Bank_Iw Power Turbo 180_1,00%_Tasso 1% netto per 6mesi. Tasso 0,85% a 30giorni e 0,70% a 90giorni

Webank_Myprofit_0,35%_Tasso netto 0,35% per 1-3-6 mesi


Non so quanto sia aggiornata, ma ho trovato un'altra fonte su questo argomento alla seguente url: http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=1083721

BOT semestrali ai minimi storici


Buoni ordinari del Tesoro mai così in basso: nell’ultima asta del mese di agosto il rendimento al netto di tasse e commissioni dei BOT semestrali è stato dello 0,55% lordo, una soglia che ha segnato il minimo storico. E anche a 12 mesi il rendimento non è molto superiore: 0,53% netto.
A migliorare parzialmente la situazione per l’investitore è un’inflazione che su base annua si attesta a livelli molto bassi: 0,2%, il che porta il costo della vita ad incidere soltanto minimamente sul rendimento netto dei titoli di Stato.
Nonostante i rendimenti molto bassi, i BOT rimangono comunque uno degli investimenti “rifugio” preferiti dai consumatori, a testimoniarlo un elevato gap tra domanda ed offerta registrato anche nell’ultima asta: 16 miliardi di euro la richiesta a fronte di soli 10 miliardi di offerta da parte dello Stato.
Tali dati vengono interpretati dai principali analisti come sintomo della ricerca di sicurezza da parte della maggior parte degli investitori. Se infatti è vero che molti investimenti alternativi (bond societari) offrono in questo periodo rendimenti molto elevati, è altrettanto vero che l’elevata volatilità dei listini registrata negli scorsi mesi ha lasciato dietro di sé ancora molta diffidenza.
Va in ogni caso ricordato che, specialmente in questi tempi di crisi, le maggiori richieste di BOT provengono dagli investitori istituzionali (le banche su tutti, che scelgono strumenti di questo tipo per parcheggiare la liquidità in esubero).

Banche: è tempo di ottimismo?

Settimana difficile quella che si è appena chiusa per le borse di tutto il mondo. Dopo la costante crescita degli ultimi mesi, le variazioni settimanali dei più importanti indici azionari hanno avuto segno negativo; su tutti il Nikkei (-3,30%), lo Stoxx 600 (-1,54%), il Nasdaq (-0,49%) e lo S&P 500 (-1,21%).
Anche Piazza Affari non fa eccezione e fa registrare un andamento negativo spinta dal ribasso delle azioni bancarie che, complici i dati semestrali deludenti di alcuni istituti, hanno subito una flessione. Ubi in particolare accusa il colpo per i dati semestrali che hanno indicato una diminuzione dell’utile del 76% e fa registrare una riduzione del 7,9% nelle 5 sedute settimanali.
Tra molti esperti si insinua il dubbio che i mercati mondiali abbiano eccessivamente anticipato scenari ottimistici. Anche le autorità invitano ad una maggiore prudenza e rimane comunque apprensione per la ripresa.
Nonostante ciò, i dati macroeconomici sono buoni, tanto da spingere all’ottimismo il Presidente della Bce Jean-Claude Trichet che ha previsto un ritorno alla crescita su base semestrale per l’eurozona nella prima metà del 2010.
Anche l’Ocse ha rivisto le proprie stime in senso meno negativo, si prevede che l’area euro si contrarrà nel 2009 del 3,9% e non più del 4,8% come precedentemente affermato.
Al di là dei segnali macro positivi, i più esperti studiosi di mercato invitano alla prudenza in vista dell’autunno. Proprio in questa stagione, infatti, si sono concentrate le peggiori crisi mondiali, si pensi a quella dell’autunno del 1929 o a quella dello scorso anno, che proprio in autunno segnò il suo momento peggiore con il fallimento della Lehman Brothers. Anche escludendo tali catastrofici scenari, è comunque probabile che nelle prossime settimane si registrino degli alti e bassi, visto che da marzo i listini hanno recuperato circa il 50%.

venerdì 4 settembre 2009

Promozione Conto Arancio – Mediaworld e … la fregatura continua


Finalmente, dopo molto tempo e tante sollecitazioni, ho ricevuto il codice (questa volta valido) della promozione Conto Arancio - Mediaworld. Quanto fatica per ottenerlo: telefonate, arrabbiature, fegato marcio. Non mi sembra vero, ho quasi le lacrime agli occhi.
Lo uso subito perchè non vorrei che succedesse qualche altro disguido (es. che dessero il mio codice a qualcun altro). Purtroppo Ing Direct mi ha portato a questo pessimismo.
Ora la palla passa a Mediaworld. Ho sempre acquistato nei loro magazzini e non ho mai avuto motivo per lamentarmi.
Ebbene, come vi ho accennato, ho optato per la consegna su appuntamento, del costo di 19€!!! Mi aspettavo fosse perfetta
L’agenzia di spedizione non consegna dopo le 17:30, quindi devo prendermi delle ore di permesso per uscire dal lavoro (pure !!!!!!!!!)
Ho preso due oggetti, consegnati al piano
Oggetto n°1: dentro il pacco chiuso, ho trovato l’oggetto con la confezione aperta. Pazienza, poco male. Non è un oggetto fragile ne elettronico. L’impressione comunque non è stata buona.
Oggetto n°2. Oggetto fragile e con necessità di istruzioni, se pur minimali.
Pacco postale chiuso, ma oggetto trovato privo di istruzioni, come se fossero state tolte o uscite dalla scatola.
Vado allora a consultare il sito del produttore per scaricarmi una brochure, ma niente. Cerco commenti su internet o su eBay dell’oggetto, ma nada de nada.
Strana tutta sta sfiga, non è neanche venerdì 17!!!
Scrivo all’azienda produttrice, disperato (mi ero già armato di cacciaviti e altro); fortunatamente il giorno dopo mi manda le istruzioni in formato digitale (dicendomi che era abbastanza insolita come situazione, dato che le istruzioni ci dovevano essere).
Giudizio sull’acquisto online dal sito Mediaworld? Pessimo e costoso.

martedì 1 settembre 2009

Le banche si risollevano, ma (per alcune) utili in negativo rispetto allo scorso anno



Primi cenni di ripresa anche nei conti delle maggiori banche. Le semestrali fanno bene sperare
Certo, rispetto agli utili dello scorso anno i valori sono negativi e in alcuni casi fanno venire la pelle d’oca (Mediobanca … e pensare che nelle pubblicità di CheBanca! sembravano così felici):
Banca Ifis = -15,69%
Banca Pop Milano = - 1,66%
Intesa San Paolo = -48,89%
IW Bank = - 29,37%
Mediobanca = - 94,98%
Monte Paschi = - 39,88%

PCT, le migliori offerte del momento


PCT ... no, no non è uno starnuto, volevo proprio parlarvi dei PCT.

Qui sopra trovate le migliori offerte online di ogni banca di questo periodo.

NB: I pronti contro termine (PCT) sono operazioni con le quali un venditore (la banca) cede un certo numero di titoli (pronti) e si impegna, nello stesso momento, a riacquistarne uguale quantità a un prezzo e ad una data (termine) predeterminati. L'operazione consiste, quindi, in un prestito di denaro da parte dell'acquirente e un prestito di titoli da parte del venditore

venerdì 28 agosto 2009

Investire nella sorte: il superenalotto



Per un momento mettiamo da parte gli investimenti classici (conti di deposito, bot, obbligazioni, azioni) e proviamo a capire perché la gente spende così tanti soldi nel superenalotto.
Il motivo è che la percezione delle probabilità di vincere non è realistica. Certo, pensare che sei segnetti sulla schedina possono cambiarti la vita è … incentivante. Come dico sempre: i soldi di certo non danno la felicità, ma senza soldi certamente sei infelice.
Forse non tutti sanno che il superenalotto è il gioco con la minore probabilità di vittoria. Per essere precisi, la possibilità di fare 6 è la seguente:
6⁄90 × 5⁄89 × 4⁄88 × 3⁄87 × 2⁄85 × 1⁄84 = 1⁄622.614.630
Allora, perché la gente continua a giocare?
Innanzitutto per la facilità del concorso. Niente da pensare, elucubrare, verificare. Non è il totocalcio dove devi essere informato su chi gioca, su come va una squadra, su chi gioca in casa o in trasferta.
Poi perché sui grandi numeri la gente tende a perdere concretezza. Che le possibilità siano 1 su 10 milioni o su 622 milioni non fa grande differenza o almeno così viene percepito.
E infine, perché tutti sognano e tutti sperano e … partecipare costa relativamente poco. Un euro vale un pezzo di sogno, giusto?
Anch’io confesso mi sono lasciato attrarre dal fascino perverso della situazione. In genere gioco 2 volte a settimana, la schedina semplice. Con gioia vi annuncio che proprio questa settimana ho vinto. Avete capito bene, ho vinto la bellezza di 2 euro. Come ho fatto? Semplice, non ho giocato

venerdì 21 agosto 2009

Conti di deposito online? Spuntano come funghi



Conti di deposito online? Spuntano come funghi. Ma quanto sono convenienti?
Oggi mi sono imbattuto nel nuovo conto di deposito della Banca Popolare di Verona, Rendiconto (… poco rendi e molto conto).
Qui di seguito le condizioni:

Versione base:
Interesse: 0,75% lordo
Imposta di bollo: 14,62€
Versione con vincoli:
RendiConto 6 Mesi = RCBase + 0,75% = 1,50% lordo (1,095% netto)
RendiConto 12 Mesi = RCBase + 1,25% = 2,00% lordo (1,460% netto)
RendiConto 18 Mesi = RCBase + 1,5% = 2,25% lordo (1,642% netto)
RendiConto 36 Mesi = RCBase + 2,0% = 2,75 lordo (2,007% netto)

Mi domanda quindi: perchè una banca deve sprecare risorse, tempo ed energie per un conto che non è competitivo?
Perché partire già battuti in partenza?
Masochismo?
Forse andrà bene per un cliente della BPVerona …

Basta solo gettare un occhio sui best player:

Conto Arancio: 3,50% lordo per 6 mesi
Conto conto: 3.50% lordo per 6 mesi
Che Banca vincolato 1 anno: 2,50% lordo

Non c’è storia …

giovedì 20 agosto 2009

Conto Arancio e la mega fregatura della promozione Mediaworld



Siamo in pieno periodo di guerra, senza esclusione di colpi. Non sto parlando dei conflitti che stravolgono il Medio Oriente o l’Africa, ma della lotta fra i grandi colossi bancari operativi sul mercato online con prodotti finanziari ad alto rendimento
Nuove ed allettanti promozioni, tassi profittevoli, zero spese: certo il panorama sembrerebbe positivo, ma bisogna stare attenti. Molto attenti
Sulla mia pelle brucia ancora l’esperienza negativa Conto Arancio Mediaworld. Mi sono lasciato convincere dai signori di Conto Arancio, ovvero dagli olandesini di Ing Direct. a sottoscrivere un conto di deposito usufruendo della promozione Mediaworld.
Certo la situazione di Ing Direct non è delle più rosee (ho letto stamattina un articolo che parlava di più di 8.000 licenziamenti che hanno operato), ma tanto il capitale che investirei è inferiore ai 103 mila euro e dunque coperto dal FITD (Fondo Internazionale di Tutela dei Depositi).
Ebbene:
1) Ho sottoscritto
2) mi hanno inviato un codice Mediaworld scaduto
3) telefonata numero 1 per evidenziare il loro errore e chiedere cortesemente un nuovo codice
4) telefonata numero 2 per chiedere un codice valido (con tono deciso)
5) telefonata numero 3 per chiedere un codice valido (con tono un pochino incazzato contro Ing Direct)
6) tante altre telefonate … (in un crescendo di rabbia e “dolore”)
7) telefonata numero 20 per chiedere un codice valido (con tono quasi minaccioso contro Ing Direct)
8) ricevo alla fine il codice (dopo diversi mesi)
9) inserisco il codice nel sito e mi trovo la sorpresina …

Avete idea di quanto Mediaworld prende per il trasporto della merce a casa (tra l’altro consegnata sulla strada)?
Un furto! Visto che lavoro e sono spesso fuori casa devo scegliere forzatamente la soluzione su appuntamento che sembra costare 16 euro, ma alla fine te ne imputano 19 !!! (perchè???)
La soluzione di consegna standard è impossibile: vengono quando vogliono e tu ci devi essere. Riprovano 3 volte e se manchi perdi l’acquisto. Non puoi neanche ritirare la merce presso il centro Mediaworld più vicino a casa!
Così i 50 euro diventano 31 e per acquistare qualcosa di decente ne dovrò sborsare altri 60.
Non è tutto. La merce che ho ordinato non era disponibile e mi hanno prospettato la consegna fra più di un mese.
Il comico di Zelig Giovanni Vernia (tanto per capirci, quello di “Essiamonoi”) direbbe: ooh fratello! disastro!

mercoledì 24 giugno 2009

I Bot non rendono più. Conti di deposito e conti online, ma occhio alla patrimonializzazione



In questo periodo di crisi, gli italiani cercano innanzitutto sicurezza. I Bot hanno dunque costituito una facile alternativa per i risparmiatori, penalizzati però da tassi sempre più bassi. Altre caratteristiche ricercate dagli investitori sono la liquidità e rendimenti profittevoli.
Per questo motivo è in costante aumento il numero di operatori che sta offrendo, via web, prodotti ad alta remunerazione, con l’obiettivo di acquisire liquidità sul mercato. La concorrenza è dunque forte e agguerrita (basti pensare ai consistenti budget, non solo dei best player, investiti ogni anno in advertising ed altre attività promozionali).
L’affollamento pubblicitario è notevole un po’su tutti i media: la competizione è soprattutto giocata sui tassi, spesso garantiti a condizione di vincolare l’investimento (anche se ciò non viene sempre esplicitato chiaramente nelle reclame). Un tasso elevato è certamente un buon driver di scelta, ma solo se supportato da un istituito di credito sicuro e affidabile.
Prima di investire, il risparmiatore dovrebbe quindi dare un’occhiata alla solidità della banca che propone il prodotto. Uno dei fattori più importanti da tenere in considerazione è la “patrimonializzazione”. Ma cosa significa che una banca è patrimonializzata? Quando con il suo patrimonio di base crea una sorta di "cuscinetto" per assorbire eventuali perdite, riuscendo a coprire ampiamente i rischi connessi all'esercizio delle sue attività.