Bookmark and Share

giovedì 24 settembre 2009

Boom dei corporate bond, ma non tutti ne possono approfittare



Nelle ultime due settimane si è registrato un vero e proprio boom delle emissioni di bond societari e bancari europei. Grande il successo rilevato anche nelle sottoscrizioni; gli investitori hanno infatti risposto con entusiasmo a tali iniziative, sottoscrivendo i titoli in tempi brevi se non brevissimi. Un fenomeno del genere è spiegabile con la convenienza di entrambe le parti: da un lato, gli emittenti hanno sfruttato l’occasione, rifinanziandosi a tassi molto più convenienti rispetto a quelli di qualche mese fa; dall’altro, i sottoscrittori sono riusciti ad ottenere rendimenti molto interessanti.

Un esempio emblematico di questo periodo, particolarmente roseo per i titoli societari, è il caso Fiat. Il gruppo torinese ha recentemente collocato sul mercato 1,25 miliardi di bond con duration e rendimento molto convenienti per l’emittente (una condizione diametralmente opposta a quella verificatesi a fine luglio quando vi fu un’altra consistente emissione di bond Fiat).

Non tutti gli interessati, però, hanno potuto sfruttare questo momento positivo del mercato; il pubblico retail è infatti rimasto quasi sempre fuori dalla partita. La maggior parte dei bond emessi in questo periodo è infatti priva del prospetto informativo della Consob e può essere acquistata solo da banche o dai grandi fondi d’investimento (in virtù della legge sul risparmio del 2006). Con tale norma si è introdotta la responsabilità delle banche, in solido con l’emittente in caso di default, se l’istituto rivende ad un privato un bond emesso senza prospetto prima che sia trascorso almeno un anno dalla data del primo collocamento. L’obiettivo della legge, (varata sulla scia del caso Parmalat) era la tutela dei consumatori, ma di fatto negli ultimi tempi non ha fatto altro che penalizzarli.

Nessun commento:

Posta un commento